Marie Corelli (1855-1924). Alla fine del diciannovesimo secolo, Marie Corelli divenne famosa in Inghilterra per tre motivi fondamentali: la Regina Vittoria prediligeva i suoi romanzi, la sua personalità era autenticamente eccentrica e i suoi libri facevano epoca.
Marie Corelli era ammirata da molti personaggi famosi tra cui Gladstone, Lord Randolph Churchill, Re Edoardo VII e la Regina Alexandra. La Regina Vittoria stessa dichiarò di attendere con ansia l’uscita dei suoi nuovi romanzi, le cui trame riflettevano la ricerca di un misticismo fantastico, dove in molti casi un’eroina pura combatteva contro un mondo moderno corrotto, in un miscuglio appassionante di storie romanzate e scienze mistiche.
Quando Marie Corelli usciva dalla sua casa ricoperta di rose a Stratford-on-Avon per navigare lungo il fiume nella sua gondola, trovava ad attenderla nutriti gruppi di turisti che si davano appuntamento per poter intravedere la donna minuta, ma piena di vitalità, i cui romanzi erano tra i più ricercati e pagati del momento. Il suo romanzo più famoso, The Sorrows of Satan, batté addirittura tutti i record di incassi quando fu pubblicato nel 1895; eppure pochissimi lettori oggi ricordano il suo nome e i suoi libri.
La biografia di Marie Corelli potrebbe essere argomento di in uno qualsiasi dei suoi romanzi. Nata nel 1855, Mary Mackay era la figlia illegittima di Charles Mackay, un giornalista famoso, e di Mary Elizabeth Mills, che fu forse la sua governante. Anche se Mackay sposò la madre quando Marie aveva dieci anni, l’autrice scoprì di esserne figlia solo dopo la morte del padre. Mackay parlò di lei sempre come la figliastra, la figlia adottiva, o anche la nipote, e fu forse questo rifiuto implicito da parte del beneamato “patrigno” a spingere la goffa Mary Mills, poi Minnie Mackay, a crearsi un’identità più affascinante.
Quando raggiunse la trentina, Minnie si trasformò in “Marie Corelli”, figlia di sua madre e di un ignoto conte italiano e, già che c’era, si diminuì l’età di dieci anni. Nel 1892, scrisse a un ammiratore “Pur rimanendo sempre, come avete avuto la compiacenza di definirmi, una bellezza bionda, non sono, né mai sono stata, la figlia di Charles Mackay ma solo la sua figlia adottiva. La mia adozione è avvenuta in circostanze estremamente dolorose che non desidero divulgare… Quando ho compiuto 21 anni, sono stata informata delle vicende che hanno portato alla mia nascita e ho assunto il mio vero nome, Marie Corelli, all’inizio della mia carriera letteraria. Le mie origini sono italiane e non ho alcuna relazione con la famiglia Mackay”.
Per coltivare il suo personaggio, Marie si avvolse nel mistero, lasciandosi fotografare raramente e continuando a parlare di sé come una bionda bellezza italiana, anche lungo tempo dopo che era diventata una robusta signora di mezza età. Marie è spesso stata considerata il modello per l’esilarante “Lucia” dei romanzi di E. F. Benson eppure, come nel caso di Lucia, i suoi vezzi e le sue pomposità sono stati adeguatamente bilanciati da altrettanti slanci di generosità ed entusiasmo.
Marie Corelli non si sposò mai. Causticamente soleva affermare: “Non mi sono mai sposata perché non ce n’era bisogno. Ho tre animali in casa che si comportano come un marito: un cane che ringhia ogni mattina, un pappagallo che dice parolacce tutto il pomeriggio e un gatto che rientra tardi la sera”. Credeva nel grande amore e non nei legami santificati dalla Chiesa. Scelse come compagna della sua vita Bertha Vyver con la quale aveva studiato in collegio a Parigi dal 1866 al 1870.
Bertha e Marie andarono a vivere insieme quando Bertha aveva 24 anni e Marie uno di meno e il loro rapporto rimase idilliaco fino alla morte di Marie il 21 aprile 1924. Bertha morì invece nel 1942; le due amiche sono sepolte vicine a Stratford-on-Avon.
Non esistono libri che analizzano a fondo l’opera dell’autrice quanto piuttosto una breve serie di biografie vagamente denigratorie. Solo alcuni suoi critici contemporanei, tra cui Rebecca West e Leonard Woolf, hanno difeso la sua opera. Henry Miller la giudicò “con un dono per i ritratti, le descrizioni sceniche, le caratterizzazioni dei personaggi e la capacità di mantenere viva la suspense. Anche se è abitudine deriderla, io trovo i suoi libri affascinanti e assolutamente coinvolgenti”.
I romanzi di Marie Corelli sono eccentrici come l’autrice e riportano una sua visione del tutto personale, che non si adegua ad alcuna delle tante tendenze mistiche di fine ottocento. Corelli passa indenne tra teosofie, spiritualismi, rituali di Swedenborg e società di ricerche psichiche varie, raccontando, con un fascino pari solo allo Zanoni di Bulwer-Lytton, storie di personaggi mossi da una misteriosa energia cosmica, che definisce “elettricità mistica”.
L’Idillio dei due mondi, che Venexia propone ai suoi lettori, è il suo primo romanzo e narra di una giovane pianista malata di nervi che viene salvata e rinvigorita dal maestro caldeo Heliobas. Le cure del maestro, la sua misteriosa e affascinante sorella e una serie di personaggi ultraterreni e non, la spingono a un appassionante viaggio di scoperta interiore che le salverà la vita. Il successo del libro fu tale che spinse Marie a scrivere la trilogia di “Heliobas” che comprende anche Ardath e The Soul of Lilith, questi ultimi che richiamano Faust, e secondo alcuni anche Frankenstein.
Marie Corelli fu un’autrice prolifica e non possiamo tralasciare il successo della novella Ziska, i cui orrori erotici, mescolati a trasmigrazioni d’anime, reincarnazioni in Egitto e gran finale in una stanza sotterranea di una piramide, hanno deliziato i suoi contemporanei. In un’altra trilogia, Barabbas, The Sorrows of Satan e The Master Christian, l’autrice rivede il diavolo e il cristianesimo attraverso le sue personalissime opinioni riscontrando, anche in questo caso, un enorme favore di pubblico.
Al lettore moderno il melodramma e l’abbondanza di sentimenti dei suoi libri possono talvolta sembrare esagerati. È però impossibile non lasciarsi coinvolgere dalle descrizioni di ambienti e abbigliamenti, dal pathos delle situazioni e dal divertimento tout-court che rendono i suoi romanzi “difficili da mettere giù” fino all’ultima riga e il personaggio di Marie Corelli assolutamente accattivante.
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di Marie Corelli
Cannes a fine Novecento Una giovane pianista malata di nervi viene salvata da un pittore italiano che la affida alle cure del misterioso maestro caldeo Heliobas. I trattamenti a base di elisir “elettrici” del maestro nella sua elegante casa a Parigi, la sua enigmatica e affascinante sorella, e una serie di personaggi ultraterreni e non, la spingeranno verso arcane scoperte che le sveleranno ilsegreto della sua vita, della salute e della felicità.
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di Marie Corelli
Cannes a fine Novecento Una giovane pianista malata di nervi viene salvata da un pittore italiano che la affida alle cure del misterioso maestro caldeo Heliobas. I trattamenti a base di elisir “elettrici” del maestro nella sua elegante casa a Parigi, la sua enigmatica e affascinante sorella, e una serie di personaggi ultraterreni e non, la spingeranno verso arcane scoperte che le sveleranno ilsegreto della sua vita, della salute e della felicità.
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